10 febbraio 2008

Problematic su "La Repubblica" del 10/02/2008


Qui di seguito le parole dell' articolo sulla scena di skateboard di Torino pubblicate sulla Repubblica nella cronaca di Torino il 10 Febbraio 2008:

Piazza Castello
la trasgressione è in tavola

La tribù degli skateboarder si riunisce ogni pomeriggio alla base del monumento all´Esercito sardo Tra ollie, flip e grab un mondo a parte che vive di evoluzioni, "divise", internet e qualche ematoma. Una disciplina che è all´80 per cento concentrazione: devi avere coraggio e la testa libera. Non mancano stili e tendenze: c´è il punk, il metallaro e da qualche tempo anche gli hippies
di Gabriella Colarusso

Felpa grigia, jeans larghi, le cuffie nelle orecchie, la tavola sotto il braccio. «Sai dov´è lo skatepark?», chiede un ragazzo con l´accento portoghese. Miguel è a Torino solo da due giorni e non sa di aver già trovato quello che cercava. Domenica pomeriggio, ore 14, piazza Castello. Una nuvola di silenzio avvolge palazzo Madama, ma ai piedi del Duca di Savoia già rullano gli skate. Dai giardinetti si alza il suono delle percussioni. Il ritmo si fa serrato e in pochi minuti il monumento che sorge a pochi metri dal Teatro Regio, è tutto un intrecciarsi di salti e rotazioni. Una ventina di skaterboarder si lanciano nell´aria con le ginocchia piegate e le braccia aperte verso il cielo. Disegnano spirali, studiano nuove figure per il loro surf metropolitano. Da mesi animano con le loro acrobazie i pomeriggi della piazza. Una tribù di giovanissimi che condivide codici e comportamenti, abitudini e passioni, perché lo skateboarding «non è solo uno sport, è uno stile di vita, un modo d´essere».

Equilibri avventurosi e pomeriggi trascorsi in strada, con le ginocchia sbucciate e le braccia segnate dai lividi. Un mondo che hanno voglia di raccontare, a patto, però, «che non si dica solo che siamo dei vandali». Alberto Chimonti ha 20 anni e, in attesa di iscriversi allo Ied il prossimo anno, lavora come commesso in un negozio. «Ho iniziato a skatare sette anni fa, sotto casa. Poi ho cominciato a venire qui in piazza Castello. Sono cresciuto con la tavola, senza mi sento perso. Chiudere una manovra, in gergo un "trick", per me è una soddisfazione troppo grande». E già, perché le «evoluzioni» possibili per uno skateboarder sono tante e tutte con diversi gradi di difficoltà: «L´ollie è il salto base con la tavola. Il flip è quando fai girare lo skate e ci ricadi su perfettamente in equilibrio. Il grab è quando salti e prendi la tavola. Poi ci sono le rotazioni: 180 gradi, 140, 360. Il record è la rotazione da 900 gradi, due giri e mezzo!». Ma la pratica può non bastare: «Lo skateboarding è per l´80 per cento mente, concentrazione. Devi avere coraggio, ma anche la testa libera dai pensieri. Quando ho iniziato a skatare i grandi mi dicevano: se sai skatare nella vita puoi fare tutto». Uno sport che si impara in strada, raccontano i ragazzi, senza maestri. «Osservi quelli che hanno cominciato prima di te e impari».


Nel 2002 Alberto, Marco, Davide e altri quattro amici hanno fondato un gruppo, e un sito: Problematic 011. «Per dare voce e visibilità agli skaters torinesi», spiega Davide. Per scambiarsi informazioni, appuntamenti, video, fotografie. Due mesi fa è nata anche l´Associazione Skaters Torino che ha come punto di riferimento il negozio di skateboarding di via San Massimo 5. «Volevamo avere uno spazio dove confrontarci - racconta Davide - A Torino non ci sono molte strutture per gli skaters, o meglio, ci sono, ma non sono fatte bene. Per esempio quella di piazza Arbarello ha le curve e i raggi sbagliati, corso Vercelli è una zona troppo pericolosa per skatare». E così la città diventa la rampa migliore, in attesa che si realizzi il grande sogno: «Andare in California, dove è nato questo sport. Ma ora anche gli skaters europei hanno la loro "mecca": Barcellona».
Sognando un grande skatepark a Torino sul modello di quelli spagnoli o californiani, i ragazzi di piazza Castello fanno quello che possono per rimediare le attrezzature necessarie. Le scarpe da skateboarding, spiegano, con suola uniforme e piatta, paralacci e un air sul tallone costano tra i 60 e i 130 euro. Una tavola completa tra i 120 e i 150 euro e, precisano, «ti dura un mese». Paga papà? Non sempre. «Io lavoro al mercato - dice Davide - con quello che guadagno compro anche le cose che mi servono per skatare». Una passione a cui i ragazzi dedicano anche due o tre ore ogni pomeriggio, che diventano quattro o cinque con i primi tepori primaverili. E anche nella skate community torinese non mancano stili e tendenze. C´è lo skater punk, il «reppuso», il «metallaro» e «da un po´ di tempo sono ricomparsi anche gli hippies». «Il modo di vestire riflette quello di skatare. Il punk è quello che si butta dalle cose alte senza pensarci un attimo, l´"atleta" è quello che ha molta tecnica, fa evoluzioni pulite». Sono le 18, la notte è scesa sui gradini di piazza Castello. È ora di posare la tavola e di lasciare il Duca al suo silenzio.

(10 febbraio 2008)


Qualche precisazione ci tengo a farla in ogni caso:

1. Personalmente non avrei dato questo titolo all' articolo. Non mi pare si tratti di trasgressione la pratica dello skateboard.
2. Da mesi animano con le loro acrobazie i pomeriggi della piazza, direi da un po piu di tempo di "qualche mese"
3. Io (Alberto Chimenti) non conosco alcun "Alberto Chimonti" ;D , grazie Gabriella, dopo questo errore saro' preso per il culo per tutta la vita, ahahah.
4. Due mesi fa è nata anche l´Associazione Skaters Torino Associazione Skateboarding Torino, scusate la pignoleria
Per il resto tutto sommato, a parte piccole varie imprecisioni, devo dire che è l' articolo meno retrogrado che ci hanno mai dedicato, anzi, sicuramente è il piu costruttivo e non ci descrive come "anarchici criminali sbandati" come al solito.
Quindi Grazie Gabriella per esserti interessata al nostro piccolo-grande mondo!

Se volete dare un' occhiata alle foto: fatelo QUI

Comments please!

OneLove

5 commenti:

Anonimo ha detto...

beh beh beh! non male, anzi! vai così che fra un po' ci diranno che siamo anche dei bravi ragazzi ..

Respect!

mario_faccio ha detto...

complimenti skater. un pò meno per la scelta della scuola.scusa ma non potevo fare a meno di avvisarti sullo livello pessimo dello ied.ma perchè vuoi farlo?costa un sacco di soldi e non ti lascia una laurea!!!io ero iscritto mas sono scappato allo iaad www.iaad.it costa meno, serio ed esci con un titolo riconosciuto.
ciao

fabio

Anonimo ha detto...

come sei pignolo..per una volta che nn ci buttano merda addosso..anzi secondo me è un bell'articolo...però da qui a chiamarci bravi ragazzi

Anonimo ha detto...

facessero un VERO articolo di giornale,dove salta fuori il fatto che i vandali sono i vandali,e c'e una bella differenza dagli skaters...!!!e tanto poi la polizia viene ad appludire,anzichè multare...questo mi fa pensare che al comune nn importi + niente del monumento...e che si sveglino a costruire un park decente che nn venga dato ai tossici...

postmaster ha detto...

Come per i semafori impazziti che tartassano gli automibilisti, ti vien quasi da pensare che al comune faccia solo comodo che gli skaters continuino a skeitare il monumento... multe facili, dunque soldi facili.